Il concorso di Wiki Loves Momuments 2016 sta arrivando alla sua fase più importante: la pre-giuria ha selezionato le fotografie pronte per essere sottoposte al giudizio della giuria finale, la quale si è ritrovata oggi, mercoledì 26 ottobre nella foresteria di BASE Milano, la residenza di Wikimedia Italia.
Quest’anno la pre-giuria è stata composta da trenta membri, tutti rigorosamente volontari, tra wikimediani, soci di Wikimedia Italia e soci del nostro partner FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche. Le fasi di valutazione, condotte con l’aiuto di un nuovo tool online creato allo scopo, sono state due: nella prima fase sono passate 1.810 fotografie, cioè l’8,78% delle 20.573 iniziali; nella seconda fase, conclusasi lo scorso giovedì, le foto sono state valutate con un rating da 1 a 5 stelline. Da questa seconda fase di foto ne sono rimaste circa 190.
In attesa delle foto vincitrici, abbiamo coinvolto alcuni membri della pre-giuria ad un simpatico sondaggio per carpire da loro i trucchi del mestiere, e il loro metro di giudizio!
Queste le domande:
- Come descriveresti la tua esperienza di pre-giurato per WLM 2016?
- Qual è stato, secondo te, il monumento più fotografato? E quale, invece, quello che ti ha colpito di più?
- Alla luce della tua esperienza da valutatore, quali sono stati gli stratagemmi migliori utilizzati dai fotografi partecipanti? Quali sono gli aspetti che apprezzi maggiormente in una fotografia?
- Tra i temi e gli obiettivi che da sempre si prefigge WLM (riscoperta del patrimonio italiano, scoperta monumenti “minori” e meno conosciuti, raccolta di un archivio multimediale dei monumenti italiani, ecc.) qual è quello che ti sta più a cuore, e perché?
Eusebia Parrotto, coordinatrice area biblioteche per la regione Trentino Alto-Adige, risponde così:
- E’ stata un’esperienza molto piacevole e interessante. Si sa che ogni anno migliaia di foto partecipano al concorso WLM, ma fa un certo effetto vederne scorrere così tante sullo schermo, pensare che per ciascuna di esse qualcuno ha scelto il soggetto, ha studiato un’inquadratura, la luce, si è preso il tempo di caricarle su Commons… insomma ho sentito molto la responsabilità della valutazione, inevitabilmente selettiva, delle immagini da scegliere.
Un altro aspetto positivo di cui ho potuto beneficiare è il “colpo d’occhio” sulla grande bellezza e varietà del patrimonio artistico e paesaggistico italiano, soprattutto dei piccoli centri e dei posti meno conosciuti dal turismo di massa.
- Indubbiamente la Sacra di San Michele è stato fra i monumenti più fotografati. E’ un luogo di straordinaria bellezza e in una posizione paesaggistica incantevole, per cui secondo me non era facile aggiungere un tratto di originalità a un soggetto che basterebbe quasi fotografare così come è in qualunque momento per avere una bella foto. Sono stati molto bravi alcuni fotografi che hanno usato le nuvole, o la neve sullo sfondo, o la luce particolare delle stagioni, per aggiungere al soggetto una bellezza che vada oltre la rappresentazione da cartolina (pur bellissima) cui il monumento si presta.
Non c’è un monumento che mi ha colpito di più, ma alcune tipologie: alcune foto rappresentano luoghi pervasi da un grande senso di solitudine, in certi scatti quasi metafisica, che supera la bellezza architettonica o paesaggistica del soggetto. Ho amato molto la purezza e la linearità di alcune architetture contemporanee, purtroppo molto rare fra i soggetti fotografati. E poi l’acqua, elemento che torna spesso come specchio perfetto, che dona splendore, luce e perfezione alla realtà che riflette, oppure come specchio deformante che suggerisce invece la tensione, l’inquietudine che la bellezza inevitabilmente porta con sé.
- In generale, un aspetto che mi ha colpito è stato come la fotografia abbia valorizzato alcuni monumenti che ad un primo sguardo non sono abitualmente notati per il loro valore estetico o architettonico (penso in particolare ad alcuni contesti molto urbanizzati) . Alcuni fotografi sono stati molto bravi a isolare dal contesto poco felice per esempio alcuni palazzi municipali o monumenti cittadini offrendo un punto di vista particolare, o mettendo in primo piano un elemento che invita ad alzare lo sguardo e concentrarsi su quel soggetto isolandolo dal contesto in cui si trova oppure, al contrario, suggerendo attraverso un particolare punto di vista un possibile dialogo con lo spazio circostante.
Moltissime foto riguardavano monumenti e opere d’arte esposte nei musei. Non credo sia facile proporre foto originali di questi soggetti, ma ho trovato due foto straordinarie, proprio per lo stratagemma usato, che vorrei raccontare qui. La prima riguardava un compianto, con una rappresentazione molto drammatica della figura di Maria. In questo caso il fotografo ha proposto un punto di vista molto scorciato, quasi alle spalle di Maria, che lasciava intravedere solo una parte della smorfia disperata del suo viso e la sua mano tesa che si allungava nel vuoto; sul lato opposto, nella direzione verso cui tendeva mano, era presente un’altra statua che non aveva nulla a che fare con il gruppo fotografato. L’effetto è davvero molto drammatico ed emozionante, perché sembra che Maria, nella sua disperazione, stia chiedendo aiuto tendendo la mano a quello sconosciuto apparentemente lontano da lei. Ho trovato geniale questa intuizione del fotografo.
La seconda riguarda un oggetto, un vaso antico esposto in un museo. In questo caso il fotografo ha usato un’ombra particolarmente articolata e netta proveniente dalla finestra di fronte all’oggetto, per rendere ambiguo il soggetto stesso della foto: è l’ombra, davvero particolare, o è il vaso? Non credo si possa rispondere in modo preciso a questa domanda, guardando la foto.Da quanto ho scritto si sarà capito che l’aspetto che maggiormente apprezzo in una fotografia è la sua capacità di suscitare un pensiero, un’emozione, un turbamento magari, che vada oltre la semplice rappresentazione. Di solito mi colpisce la sottrazione di elementi: il bianco e nero anziché il colore; la sottolineatura delle forme lisce, lineari e pure; la povertà, anziché la sovrabbondanza di particolari; i parallelismi, le ripetizioni, i chiaroscuri netti sono a mio avviso molto efficaci per suscitare emozione. La “meraviglia”, nel senso barocco di ricchezza di particolari che suscitano stupore, che pure ho visto in alcune foto (che dal punto di vista tecnico sono straordinarie), mi colpisce di meno da questo punto di vista.
- Come dicevo sopra, uno degli aspetti che mi ha più colpita di questa esperienza è vedere, nel tempo che ho dedicato alla selezione, quanto ricco, originale, nascosto sia il patrimonio culturale e paesaggistico italiano, e quanto poco conosciuto. Quindi certamente tutti gli obiettivi di WLM sono per me egualmente importanti; senza dimenticare che fotografare il nostro patrimonio, offrire magari uno sguardo nuovo e originale per rappresentarlo, è un modo importante di prendersene cura. Fare una foto, una bella foto a un monumento nascosto, dimenticato, poco considerato perché magari la sua bellezza non è “spettacolare”, è un modo per dire: “Ehi, guardate che questa è una cosa bella, ci appartiene, è importante, non sottovalutatelo” e questo è un messaggio importante che deve arrivare sia ai cittadini che alle istituzioni.
Massimo Telò invece è stato il primo a rispondere: sentiamo cosa ha da dirci!
- Esperienza molto positiva, sempre interessante vedere le proposte di altri fotografi.
- I “monumenti” più fotografati sono stati gli interni dei musei, con le loro collezioni. La foto (in bianco-nero) che più mi ha colpito è il particolare di un colonnato.
- Gli stratagemmi utilizzati: obiettivi grandangolari, tecnica del bianco-nero, saturazione cromatica. L’aspetto che apprezzo maggiormente è la composizione.
- Ritengo sia giusto cercare di valorizzare i monumenti “minori” e le località poco conosciute.
Antonio Lombardini, invece, risponde così:
- È il secondo anno che ho il piacere di partecipare alla pre-giuria di WLM come membro tesserato FIAF, confrontarsi con molte altre visioni fotografiche è sicuramente un arricchimento del mio patrimonio culturale-fotografico. Ringrazio chi mi ha tirato dentro a questa avventura 🙂 !
- Sicuramente il monumento più fotografato è stato la “Sacra di San Michele”. Non nascondo che mi piacerebbe dargli una mia interpretazione!
- C’è chi ha cercato di riprendere i vari monumenti con punti di vista inusuali o cercando di sfruttare al meglio le ore di luce migliori, stratagemmi che aiutano molto ad elevate la qualità fotografica. Personalmente apprezzo molto il modo di fotografare che possa andare oltre all’immagine stessa, una fotografia deve avere la forza di penetrare nei più profondi sentimenti di chi la osserva, in poche parole deve emozionare!
- Ciò che più mi piace del progetto WLM è la riscoperta e la documentazione dei monumenti minori, spesso nascosti e abbandonati ad un lento degrado. Fare un censimento fotografico di questi può essere utile, ad esempio, a un loro futuro recupero!
In questi giorni terremo aggiornato l’articolo con le risposte di altri pre-giurati: rimanete connessi, seguendoci anche alla nostra pagina Facebook!
nell’immagine la giuria finale di Wiki Loves Monuments 2016 seleziona le fotografie da premiare. Milano, 26 ottobre 2016.