Tra gli scaffali delle biblioteche e degli archivi italiani sono custoditi veri tesori: documenti, libri, pubblicazioni, stampe che rappresentano i pilastri della nostra conoscenza e memoria collettiva. Tuttavia spesso i volumi e le carte custoditi dalle istituzioni da pilastri si trasformano in colonne d’Ercole, limiti estremi del sapere difficilmente raggiungibili, che restano per molti un miraggio.
Per colmare questa distanza, i bibliotecari e gli archivisti sono chiamati a trovare nuove modalità per coinvolgere il pubblico, mettere in rete e rendere accessibile a tutti il patrimonio culturale: in questa sfida, Wikipedia e i progetti Wikimedia possono costituire un prezioso alleato.
Tante esperienze concrete dimostrano il valore della collaborazione tra la comunità wikimediana e i bibliotecari o archivisti, ma solo di recente è giunto un riconoscimento anche da parte della comunità scientifica: per la prima volta una rivista scientifica italiana di biblioteconomia, archivistica e scienza dell’informazione, JLIS.it, ha dedicato un intero numero ai progetti Wikimedia e alle interazioni con biblioteche e archivi.
La pubblicazione, curata dai nostri soci Luigi Catalani e Pierluigi Feliciati raccoglie tante voci autorevoli di professionisti del settore e wikimediani, che insieme hanno provato a spingersi oltre le “colonne d’Ercole” delle proprie istituzioni sperimentando nuove modalità di fruizione e condivisione attraverso i wiki.
Dai contributi di ampio respiro di Andrea Zanni, MLOL ed ex-Presidente di Wikimedia Italia, e dei membri di Wikimedia Foundation Alexander D. Stinson, Sandra Fauconnier e Liam Wyatt, che offrono una panoramica sulle collaborazioni in ambito GLAM a livello globale si passa a una rassegna di esperienze pratiche, dalla nuova catalogazione del patrimonio secondo il Wikibase data model raccontata da Giovanni Bergamin (BNCF) e Cristian Bacchi al progetto SHARE Catalogue Wikidata, presentato da Claudio Forziati e Valeria Lo Castro, wikimediani e bibliotecari presso l’Università di Salerno e l’Università di Napoli Federico II, fino alle esperienze dei nostri Wikipediani in Residenza Federico Leva e Marco Chemello, rispettivamente presso la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura di Milano (BEIC) e l’Istituto Centrale per gli Archivi (ICAR). Completano il lavoro le testimonianze di Bianca Gai, Sabina Magrini, Eusebia Parrotto e del nutrito gruppo di bibliotecarie attive in Toscana che comprende anche le nostre socie Susanna Giaccai e Silvia Bruni (rappresentante del gruppo MAB locale).
Tutti i contributi sono disponibili online in Open Access (Licenza “Creative Commons – Attribuzione” CC-BY) e liberamente scaricabili sul sito web di JLIS.it in formato PDF: ci auguriamo che possano essere di ispirazione per i professionisti del settore e che tanti bibliotecari e archivisti siano stimolati a conoscere e utilizzare i progetti Wikimedia per superare i limiti “fisici” del sapere e rendere la conoscenza accessibile a tutti.
Nell’immagine: In una reinterpretazione dell’opera di Banksy “Flower Bomber”, una bibliotecaria che si prepara a lanciare il libro “The Handmaid’s Tale” di Margaret Atwood. Di Hafuboti, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons