Sabato 23 novembre si è svolta la premiazione dell’edizione 2019 di Wiki Loves Monuments in Italia, patrocinata dal Comune di Torino e dalla Città Metropolitana che ci ha messo a disposizione la Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna, una sede istituzionale di grande prestigio che – come ha sottolineato Carla Gatti, Direttore Comunicazione, Rapporti con il territorio e i Cittadini per Città Metropolitana di Torino – si presta alla perfezione ad accogliere un’iniziativa nata per dare visibilità ai monumenti italiani.
Per Wikimedia Italia l’evento non è stato solamente un’occasione per celebrare i vincitori della competizione fotografica ma anche un momento di riflessione sulle problematiche che in Italia ostacolano una piena valorizzazione del patrimonio culturale e la diffusione di dati aperti o immagini contrassegnate con licenza libera, che possano essere riutilizzate sui progetti Wikimedia e in generale per ogni scopo informativo.
Come ha evidenziato nell’ambito del suo intervento Antonella De Robbio, Coordinatore del Gruppo di studio AIB Open Access e Pubblico Dominio (GOAPD) – qui la presentazione completa – nel nostro Paese ricco di monumenti e opere d’arte, la normativa sul diritto d’autore e il Codice dei Beni Culturali, nel tentativo di tutelare il patrimonio artistico e il paesaggio, va in realtà ad imporre vincoli che ne rendono complessa la valorizzazione.
In Italia, spiega Antonella, a differenza di altri Paesi europei, non si è ancora raggiunto un giusto equilibrio tra la corretta applicazione delle leggi nazionali sul diritto d’autore e delle norme sulla protezione dei beni culturali e la tutela della libertà di espressione, diritto primario di cui la libertà di panorama – ossia la libera possibilità di scattare fotografie nello spazio pubblico e ri-condividerle, anche con licenza aperta – è diretta manifestazione.
La nuova Direttiva europea sul diritto d’autore poteva essere un’occasione per armonizzare la situazione legislativa in tutti gli Stati membri, prevedendo per tutti – Italia compresa – la possibilità di riprodurre liberamente con fotografie, video o altre immagini tutte le opere collocate permanentemente in luoghi pubblici – spiega Antonella – ma il Parlamento europeo ha deciso di non decidere, lasciando a ciascun Paese la responsabilità di dirimere queste spinose questioni.
L’ Intervento di Deborah De Angelis, Avvocato fondatore dello Studio Legale DDA, Creative Commons Italian Chapter Lead e Representative al Global Network Council, approfondisce questo aspetto- qui la presentazione completa – sottolineando i limiti dell’Articolo 14 della Direttiva che solo apparentemente rappresenta un passo in avanti verso una maggiore diffusione di opere in pubblico dominio, ma che in realtà presenta non poche contraddizioni, parzialmente chiarite all’interno delle FAQ diffuse dall’UE ma non rese esplicite nel testo della norma, che sarà dunque recepita in modo differente in ciascun Paese membro.
A causa delle limitazioni ben illustrate dalle dott.sse De Robbio e De Angelis, anche quest’anno Wikimedia Italia per realizzare Wiki Loves Monuments ha dovuto contattare tutti gli enti italiani – dai Comuni, alle diocesi, ai privati – che hanno in consegna i singoli beni culturali per farsi rilasciare un’autorizzazione per la riproduzione fotografica dei monumenti e la pubblicazione degli scatti con licenza libera su Wikimedia Commons.
Al fine di razionalizzare e rendere accessibili a tutti i risultati di questa attività di contatto e rilascio delle autorizzazioni, Wikimedia Italia ha iniziato nel 2018 un’opera di catalogazione dei monumenti italiani su Wikidata che sarebbe stato difficile realizzare senza i dati sui “Luoghi della cultura” condivisi con licenza aperta dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), agenzia del Ministero per i beni e le attività culturali che Chiara Veninata ha rappresentato all’incontro del 23 novembre – qui la presentazione completa.
Il catalogo dei beni culturali nasce con l’obiettivo di censire il nostro patrimonio per tutelarlo, un’attività che richiede alte competenze tecniche e comporta costi elevati – ha raccontato Chiara a Palazzo Cisterna – Per questo l’Istituto ha deciso negli ultimi anni di restituire ai cittadini questo valore, rendendo disponibili i record del catalogo come linked open data con licenza CC BY-SA, così che potessero essere accessibili a tutti.
Poter disporre di dati aperti sui monumenti è estremamente importante per la collettività ma anche per chi – come Links Foundation, rappresentata al convegno da Marco Valle – fa ricerca e si spende quotidianamente per valorizzare i beni culturali, ad esempio seguendo i percorsi di accreditamento dei monumenti come patrimonio UNESCO – qui la presentazione completa.
La ricerca e i suoi risultati devono essere conoscenza condivisa a maggior ragione quando riguardano il patrimonio culturale – ha detto Marco – “Come esplicitato nell’atto costitutivo UNESCO, bisogna lavorare per favorire tutti “gli accordi internazionali […] utili per facilitare la libera circolazione delle idee col mezzo della parola e dell’immagine”.
Con il convegno del 23 novembre, concludono Lorenzo Losa e Maria Pia Dall’Armellina, membri del direttivo di Wikimedia Italia, abbiamo voluto creare una prima occasione per porre l’attenzione su un tema cruciale, sconosciuto al grande pubblico ma che incide a sua insaputa in modo profondo sulle sue abitudini culturali. Infatti, per i cittadini italiani la pratica di condividere e diffondere ad esempio sui social informazione visiva sui beni artistici e monumentali, per mancanza della legge sulla libertà di panorama, risulta ad oggi non pienamente rispettosa della normativa vigente.
Chi si fosse perso l’incontro può vedere a questo link la registrazione completa sul nostro canale YouTube e scaricare qui le presentazioni dei relatori.
Nell’immagine: Notturna di Castelmezzano di Paolo Santarsiero – terzo classificato WLM 2019 Italia, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons