Il VII ArcheoFOSS è stato dedicato all’”Open source free software e open format nei processi di ricerca archeologica“, e si è tenuto a Roma il 12 e 13 giugno nell’evocativa sede del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme. L’incontro si è aperto con una serie di riflessioni sulla tematica degli open data e della raccolta e diffusione dei dati archeologici via web, e su questa scia ho presentato per WikiMedia Italia, un intervento dal titolo “Wiki Love Monuments e archeologia: condividere la conoscenza”.
Il concorso fotografico di WikiMedia condivide, infatti, esattamente la stessa consapevolezza dell’importanza del ruolo di condivisione e conoscenza del patrimonio culturale anche tramite il diretto intervento dei singoli cittadini, non più passivi ricettori, ma attori della tutela del territorio, coinvolti attivamente nella comprensione della realtà circostante.
Nell’intervento abbiamo dunque raccontato la filosofia di questo concorso e in generale dei progetti WikiMedia (Commons, gite, ecc.) e come queste iniziative favoriscano appunto la partecipazione attiva di cittadini, enti e associazioni al fianco delle amministrazioni pubbliche che si occupano di beni culturali. Abbiamo sottolineato anche l’importanza di una collaborazione in due direzioni, in nome di una mentalità davvero open: i vantaggi di una maggiore diffusione e comprensione attraverso l’utilizzo effettivo degli open data si realizzano, infatti, solo se alle spalle c’è un modo di pensare che vada al di là della contingenza e del tornaconto immediato.
Abbiamo anche spiegato le difficoltà che derivano a Wiki Loves Monuments dalla formulazione delle leggi italiane attualmente esistenti, e, di contro, abbiamo mostrato i primi risultati positivi della collaborazione con le istituzioni. È stato importante sottolineare anche gli aspetti delle licenze e in particolare della licenza CC BY-SA 3.0, che permette contemporaneamente la corretta circolazione dei dati e la tutela della paternità intellettuale: questo circolo virtuoso partecipazione-condivisione–conoscenza , diventa infatti possibile solo se le amministrazioni stesse mettono i dati e i beni che posseggono a disposizione di tutti, superando certe diffidenze ancora radicate.
Molto animato è stato anche il dibattito scaturito in seguito all’intervento, che si è focalizzato in particolare sugli open data in archeologia: in quest’ambito abbiamo cercato di chiarire i concetti ancora un po’ confusi legati alla validazione dei contenuti inseriti dai cittadini: dalla parte delle istituzioni si avverte infatti la necessità che vi sia un controllo sulla validità del contributo portato dagli utenti: esistono e si possono perfezionare gli strumenti per farlo.