La discussione sull’uso delle immagini dei monumenti e delle opere d’arte in pubblico dominio è aperta da anni. C’è chi, come i volontari dei progetti Wikimedia, sostiene che, riproducendo opere che sono bene comune, anche le immagini dovrebbero essere a disposizione di tutti, per qualsiasi uso. Altri, come prevede il Codice dei beni culturali italiano, ritiene che si debba pagare per utilizzare per scopi commerciali le riproduzioni dei beni culturali.
Finalmente, l’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library del Ministero della Cultura ha pubblicato il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND). Al momento in fase di consultazione pubblica, il PND vuole chiarire alcuni punti su questo tema. Nello specifico, viene ribadita la necessità di pagare un canone alle istituzioni che conservano i beni per gli usi commerciali delle immagini, anche quando queste sono prese da Wikimedia Commons.
L’incontro a Firenze l’11 giugno
Mentre il 15 giugno si chiude la consultazione pubblica, a cui tutti possono partecipare con i loro pareri sul PND, a Firenze, l’11 giugno, sarà dedicato proprio a questi temi il convegno Le immagini del patrimonio culturale. Un’eredità condivisa?. Organizzato da Fondazione Aglaia, il convegno vedrà l’intervento di diversi esperti su questi temi e sarà anche in diretta streaming sul canale di ArcheoReporter.
La domanda di fondo posta dagli organizzatori è:
Ha senso oggi porre limiti alla diffusione delle immagini del patrimonio culturale pubblico? Detto altrimenti: la loro riproduzione appartiene a tutti?
Tra i molti interventi previsti, anche quello di Laura Moro, responsabile di Digital Library e del PND, e Iolanda Pensa, presidente di Wikimedia Italia.
La discussione su Wikipedia
Intanto, anche su Wikipedia si è aperta la discussione sul PND, che a pagina 28 delle “Linee guida per l’acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni dei beni culturali in ambiente digitale”, afferma che:
“Il download di riproduzioni di beni culturali pubblicati in siti web di terze parti non è sotto il controllo dell’ente pubblico che ha in consegna i beni (ad es. le immagini di beni culturali scaricabili da Wikimedia Commons, realizzate “liberamente” dai contributori con mezzi propri per fini di libera manifestazione del pensiero e attività creativa, e quindi nella piena legittimità del Codice dei beni culturali). Rimane nelle competenze dell’istituto culturale l’applicazione di corrispettivi per i successivi usi commerciali delle riproduzioni pubblicate da terze parti.”
Questa interpretazione della norma renderebbe decisamente complicato condividere con licenze libere su Wikipedia e sui progetti Wikimedia immagini dei beni culturali. Le licenze usate sui progetti Wikimedia sono infatti CC BY-SA e prevedono che i contenuti disponibili siano riutilizzabili da tutti, per qualsiasi scopo, citando l’autore e applicando la stessa licenza. L’idea alla base è che solo così i contenuti siano veramente liberi e a disposizione di tutti.
Nel post su Wikipedia si può trovare una più dettagliata discussione dei punti critici del PND per i progetti Wikimedia.
Nell’immagine: Michelangelo’s David (detail), di Maksim Sokolov (maxergon.com), CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons