Sono stati selezionati i vincitori del bando Musei, Archivi e Biblioteche 2024 di Wikimedia Italia. Si tratta di nove progetti selezionati su oltre sessanta candidature ricevute, per quasi sessantamila euro messi a disposizione, che andranno a sostenere progetti di digitalizzazione e condivisione delle proprie collezioni di istituzioni culturali grandi e piccole sparse in tutta Italia.
Da Brindisi a Torino, dagli erbari ottocenteschi ai modelli 3D degli scheletri dei cetacei: scopri quali sono i nuovi contenuti liberi che arriveranno sui progetti Wikimedia grazie ai progetti vincitori del bando.
Scansioni 3D disponibili a tutti a Pisa
Istituito nel 1591 da Ferdinando I de’ Medici, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa è uno dei più antichi al mondo e conserva un patrimonio di grande rilievo storico e scientifico, che copre sei secoli di storia. Il Museo ha da poco aperto un profilo Sketchfab in cui ha messo a disposizione di studenti, ricercatori e appassionati alcuni modelli 3D dei propri reperti, scaricabili gratuitamente. Si tratta di 50 modelli di scheletri di cetacei attuali e fossili esposti nella Galleria dei Cetacei del museo ed altri esemplari facenti parte delle collezioni zoologiche e paleontologiche.
Con il nuovo progetto finanziato, il museo vuole estendere questo tipo di condivisione del patrimonio museale anche a reperti di dimensioni minori, integrando l’utilizzo di scanner 3D di ultima generazione ad alta risoluzione. I modelli nuovi e quelli già esistenti saranno pubblicati su Wikimedia Commons con licenza libera, per un totale di cento modelli accessibili a tutti.
Incunaboli e miniature digitalizzati a Brindisi
La Biblioteca arcivescovile Annibale De Leo di Brindisi prevede di mettere a completa disposizione degli utilizzatori dei progetti Wikimedia le schede e la digitalizzazione di otto codici miniati e diciassette rari incunaboli mai digitalizzati, per i quali al momento è possibile solo la consultazione in loco.
Gli otto codici risalgono ad un periodo tra il XIII e il XV secolo. Tutti restaurati, scritti in carattere gotico italiano e dedicati a temi molto vari, sono noti per le “maniculae”, risalenti al XVI secolo: delle mani disegnate lungo i margini del testo per evidenziare una parola o una frase, ma anche per le miniature di stile bizantino e giottesco. Tra gli incunaboli che saranno digitalizzati ci sarà anche il Confessionale Defecerunt, di Sant’Antonino arcivescovo di Firenze, riconosciuto come di estremo valore da Dennis E. Rhodes, passato direttore della British Library di Londra, alla cui ricchissima raccolta mancano quattro dei testi conservati a Brindisi.
L’erbario Frizzi di Perugia
L’Istituto Tecnico Economico Tecnologico “Aldo Capitini” di Perugia conserva importanti erbari storici, come l’Erbario Frizzi, che cataloga e descrive piante risalenti alla fine del XIX secolo, con 3.000 campioni vegetali suddivisi in 663 specie e 37 famiglie.
Con il progetto approvato si potranno digitalizzare 100 campioni vegetali appartenenti all’Erbario Frizzi, realizzando un catalogo scientifico digitale accessibile in rete con scansioni 3D e sistemi di catalogazione altamente sviluppati. Il progetto coinvolgerà anche il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICA) dell’Università degli Studi di Perugia e la Fondazione “Istituto di Formazione Culturale Sant’Anna” di Perugia.
Rendere un repertorio ecclesiastico aperto
L’Associazione dei Bibliotecari Ecclesiastici Italiani (ABEI) è autore di ACOLIT, una lista di autorità per autori cattolici e opere liturgiche, utile a tutti i bibliotecari nel loro lavoro quotidiano di conservazione, ricerca e catalogazione di opere. Con il progetto OpenAcolit, ABEI vuole trasformare questo repertorio in formato Linked Open Data, sfruttando soprattutto Wikidata e Wikibase.
Grazie al sostegno di Wikimedia Italia, sarà possibile organizzare delle giornate di studio su questi argomenti, per allargare la rete di collaborazione tra bibliotecari italiani esperti e pratici di discipline teologiche, per completare il trasferimento dei dati in modo coerente. Potenzialmente, OpenAcolit potrà poi anche accogliere forme non italiane dei punti di accesso, diventando uno strumento internazionale.
L’arte tipografica di Urbino su Wikipedia
La Biblioteca Universitaria di Urbino sfrutterà i fondi ricevuti per digitalizzare 300 documenti relativi all’arte tipografica di Urbino, sviluppatasi tra il XVI e XVIII secolo. Verranno anche indicizzati e descritti i contenuti dell’esposizione documentale e multimediale dei volumi più rappresentativi in occasione dei vent’anni del Festival “Urbino e le città del Libro”.
Le officine librarie si diffusero a Urbino fin dal Rinascimento, con la prima tipografia del ducato nata a Cagli nel 1475. I documenti saranno quindi anche utili per creare o arricchire le voci di Wikipedia dedicate all’argomento.
A Torino riscoprire una sede universitaria
La Biblioteca di Economia e Management dell’Università di Torino utilizzerà Wikipedia, Wikimedia Commons e Wikisource per documentare e valorizzare la storia dell’edificio dei “Poveri Vecchi”, un monumento cittadino di rilievo ancora poco conosciuto, nato come residenza per anziani e oggi sede universitaria presto destinata al restauro. Attraverso una wikigita e coinvolgendo fotografi professionisti, sarà documentato lo stato attuale dell’edificio.
Un altro evento aperto tutti sarà dedicato alla presentazione di Wikisource, utilizzato per digitalizzare le opere più significative dello storico ed economista Giuseppe Prato, appartenenti al “Fondo Prato” della biblioteca. Allo studioso e ad altri colleghi legati all’Università di Torino saranno dedicate nuove pagine su Wikipedia, o saranno migliorate quelle esistenti.
Ricostruire la biblioteca dei ragazzi di Bologna
Inaugurata nel 1954, la Biblioteca dei Ragazzi dei Giardini Margherita a Bologna fu una nel suo genere in Italia. Il progetto del Settore biblioteche e welfare culturale del comune di Bologna prevede di digitalizzare i registri di ingresso manoscritti della biblioteca, chiusa nel 1977, ma il cui patrimonio è oggi per la maggior parte conservato in Salaborsa Ragazzi.
Oltre a ricostruire virtualmente la Biblioteca dei Ragazzi mediante digitalizzazione integrale di una selezione di testi non più sotto diritto d’autore, verrà anche creata una selezione di voci Wikipedia con i corrispondenti elementi Wikidata di autori o case editrici collegate ai temi del progetto, ma sarà anche realizzato un percorso con una classe di una scuola superiore per la trascrizione su Wikisource di un testo tra quelli digitalizzati.
I Musei di Strada Nuova a Genova su Wikipedia
A Genova, Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Doria-Tursi sono i Musei di Strada Nuova e costituiscono un unico percorso espositivo dedicato all’arte antica, conservando un variegato patrimonio artistico e culturale di rilevanza internazionale. I Musei fanno parte del Sistema dei Rolli, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e ogni anno accolgono migliaia di visitatori.
Grazie al progetto, saranno digitalizzate le foto dell’allestimento originale di musei curato da Franco Albini nel secondo dopoguerra, ma saranno anche arricchite le voci dedicate ai musei su Wikipedia, includendo materiale fotografico (dipinti, immagini architettoniche degli interni ed esterni, sculture, affreschi e altri oggetti delle collezioni).
Dalla Sapienza a Commons le foto di Ugolini
Luigi Maria Ugolini è stato un archeologo italiano della prima metà del Novecento, fra i più noti del suo tempo, attivo a Malta e soprattutto in Albania, dove ha fondato la Missione Archeologica Italiana e dove ha condotto scavi e ricerche nei principali siti archeologici del sud del paese, soprattutto a Phoinike e Butrinto, entrambi siti da lui riscoperti e il secondo oggi iscritto nella lista del patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.
Grazie al progetto proposto dal Dipartimento di storia culture religioni arte spettacolo de La Sapienza sarà possibile digitalizzare e pubblicare su Wikimedia Commons l’archivio di Ugolini, che comprende immagini di siti e reperti archeologici legati ai viaggi di studio e ricerche dello studioso, molte da lui stesso scattate e annotate nel retro. Questi documenti saranno utili agli studiosi dell’antichità, ma anche agli storici del Novecento intenti a ricostruire un difficile e molto discusso momento storico delle ricerche archeologiche italiane in patria e all’estero.
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Immagine: Allegory of Sight, di Jan Bruegel il Giovane, Pubblico dominio, da Wikimedia Commons