L’Accademia delle Scienze di Torino ha reso disponibile su Wikimedia Commons una prima selezione di fotografie di Henry A. Millon, storico dell’arte esperto del Barocco italiano e del Rinascimento. Si tratta delle prime attività di digitalizzazione del fondo Millon, conservato dall’Accademia delle Scienze, che porterà online oltre 5000 immagini di edifici e disegni architettonici.
Il fondo è ben più grande, come si spiega sul sito dell’Accademia delle Scienze: 176 scatole, 30 taccuini e 9 cassettiere di diapositive, per oltre duemila fotografie e sedicimila diapositive che negli ultimi anni sono passate dalla National Gallery of Art di Washington – di cui Millon è stato direttore e dove i documenti erano in parte conservati – a Torino. Elena Borgi, direttrice dell’Accademia, spiega:
“Nel 2017 Henry A. Millon ha deciso di donare all’Accademia delle Scienze di Torino – di cui era socio dal 1978 – il suo archivio di lavoro che comprende anche un corposo nucleo di materiale iconografico. Abbiamo scelto di passare alla digitalizzazione di questi materiali per diversi motivi: tutelarli, renderli fruibili e valorizzarli. Tutelare perché fotografie e diapositive sono molto sensibili alle condizioni termiche e igrometriche, nonché ai danni meccanici dovuti alla consultazione. Il tema della fruizione è legato al fatto che oggi per vedere delle diapositive occorrono strumenti ormai obsoleti e poco diffusi, mentre pensiamo che la condivisione online delle foto possa portare a una migliore valorizzazione di questi contenuti che, chiusi in un archivio, perderebbero certamente di significato”.
Guarda le foto disponibili su Wikimedia Commons
Aprire gli archivi a tutti
Negli anni Henry A. Millon ha lavorato su Michelangelo, Brunelleschi, il Rinascimento e il Barocco, ma anche su molti altri architetti piemontesi. Il materiale raccolto dallo studioso può essere utile a molti, sia per ragioni di studio, che per scrivere e illustrare nuove pagine di Wikipedia, non solo in italiano o in inglese.
Allo stesso modo, anche altre istituzioni culturali possono seguire l’esempio dell’Accademia delle Scienze:
“Le istituzioni culturali – spiega sempre Elena Borgi – devono in qualche modo provare a cambiare il loro paradigma di messa a disposizione del patrimonio documentale, sfruttando le potenzialità del web e andando a individuare nuovi segmenti di pubblico che non sono gli studiosi locali ma un pubblico più generalista”.
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Immagine: Collage di tre particolari della Cupola di San Pietro (1, 2, 3), di Henry A. Millon, Public domain, attraverso Wikimedia Commons