La mattina di sabato 13 aprile dalle 9 alle 13 la Biblioteca civica centrale di Torino ospiterà una maratona di scrittura su Wikipedia dedicata alla stesura di voci biografiche riguardanti scrittrici, scienziate e donne enciclopediche le cui opere sono entrate nel pubblico dominio.
L’evento, promosso dal Progetto bibliotecario urbano sul pubblico dominio in collaborazione con Wikimedia Italia e con lo user group WikiDonne, si svolgerà in concomitanza con Torino che legge 2019 e si inserisce nel quadro di un più ampio percorso di valorizzazione e promozione del pubblico dominio che vede il coinvolgimento dell’Università di Torino, del Politecnico di Torino, della Fondazione Teatro Nuovo e della rete di Biblioteche Civiche Torinesi.
Perché ha senso parlare oggi di pubblico dominio? Quale ruolo hanno in questo le biblioteche? Ne abbiamo parlato con Oriana Bozzarelli, nostra socia e bibliotecaria presso l’Università di Torino.
Quali sono le motivazioni all’origine del vostro percorso sul pubblico dominio?
Nella nostra società esiste un bisogno incomprimibile di creare, consolidare, accrescere e condividere il sapere a cui è possibile rispondere solamente promuovendo un modello pubblico e aperto di conoscenza.
La conoscenza è e deve rimanere un bene comune e accessibile a tutti, nonostante non siano pochi i tentativi di contenimento alla libera circolazione del sapere sostenuti da alcune lobby. Per questo è ancora oggi importante parlare di pubblico dominio.
Per noi bibliotecari poi, dovrebbe essere naturale occuparsene. La biblioteca, intesa in senso ampio come piazza della cultura, deve essere un luogo privilegiato di accesso democratico alla conoscenza e un laboratorio ottimale per promuovere, valorizzare e sperimentare le potenzialità del pubblico dominio.
Sulla base di queste convinzioni è nata ormai di diversi anni la virtuosa sinergia tra i sistemi bibliotecari dell’Università di Torino, del Politecnico di Torino e delle Biblioteche Civiche Torinesi, unitamente alla Fondazione Teatro Nuovo.
La collaborazione col tempo si è consolidata nel Progetto bibliotecario urbano sul pubblico dominio, dando vita nel 2016 al primo Festival italiano dedicato al pubblico dominio e alla cultura open – declinati in tutte le forme possibili (o quasi) – e ad eventi come la maratona di scrittura Donne di pubblico dominio in programma sabato 13 aprile.
Che cos’è per te il pubblico dominio?
Il pubblico dominio è una sorta di stato di grazia in cui si viene a trovare un’opera quando sono temporalmente scaduti i diritti d’autore che gravavano su di essa oppure quando a monte un autore decide deliberatamente – tramite dichiarazione esplicita – di rilasciare, condividere e diffondere la propria opera con una licenza libera che ne consenta il libero riutilizzo, rinunciando a qualsiasi interesse patrimoniale. Le opere in pubblico dominio si possono ri-stampare, copiare, eseguire in pubblico, mettere in scena, tradurre, riprodurre su ogni supporto, digitalizzare e altro ancora.
Il pubblico dominio è dunque un bene comune indispensabile e costituisce un potenziale fattore di crescita culturale, etica ed economica per l’intera società. È un foglio bianco della nostra cultura, senza il quale sarebbe quasi impossibile generare qualcosa di nuovo senza ledere i diritti di proprietà intellettuale in capo a qualche autore.
Questo è il motivo semplice e al tempo stesso importante per il quale è importante farlo conoscere soprattutto al grande pubblico. Il pubblico dominio è un tesoro per tutti.
Raccontaci dell’evento del 13 aprile? Come è nato e perché avete scelto di concentrarvi su biografie femminili?
La nostra attenzione è rivolta a tutte le organizzazioni e movimenti che si occupano a diverso titolo di pubblico dominio e cultura open: proprio per questo motivo da tempo ci siamo formati sulle piattaforme Wikimedia e seguiamo con attenzione le attività promosse da Wikimedia Italia.
Abbiamo poi avuto modo conoscere il progetto WikiDonne a Merge-it Torino nel 2018 e da tempo pensavamo di cimentarci in una maratona di scrittura su Wikipedia. L’evento di aprile è nato così, in modo facile: ci è bastato “unire i puntini” e con l’aiuto di WikiDonne abbiamo costruito l’evento.
Abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione su figure di scrittrici, artiste e scienziate, alcune note e altre poco conosciute in Italia, le cui opere sono entrate in pubblico dominio: lo scopo è far crescere la consapevolezza sul tema delle licenze libere e creare al contempo un’occasione per valorizzare le opere e le storie di vita di queste figure enciclopediche al femminile.
Una donna scrittrice o scienziata, per giunta nel secolo scorso, merita a nostro avviso un’attenzione speciale non solo per la sua produzione ma anche perché può rappresentare un role model per tutte le donne e le ragazze di oggi.
Su che voci in particolare si concentrerà l’editathon e quali fonti saranno a disposizione dei partecipanti?
L’edithaton si svolgerà presso la Biblioteca Civica centrale di Torino, che metterà a disposizione fonti primarie come enciclopedie, dizionari, etc., oltre che l’accesso a fonti accreditate e attendibili online.
Al momento abbiamo individuato alcune voci mancanti su Wikipedia, tra cui quella di Elisa Ricci, sulla quale la Biblioteca possiede un fondo librario importante. Altre voci potranno essere proposte dai partecipanti alla maratona.
Perché una biblioteca dovrebbe promuovere eventi come questo e contribuire ai progetti Wikimedia, a tuo avviso?
La biblioteca, anche quella accademica, ha una missione pubblica e deve garantire l’accesso democratico alla conoscenza. Collaborare ai progetti Wikimedia permette ai bibliotecari di generare circuiti virtuosi che potenziano questa funzione pubblica e moltiplicano l’accesso e la diffusione della conoscenza – meglio se aperta e libera.
La biblioteca, il museo, il centro culturale – anche con il contributo dei progetti Wikimedia – possono diventare incubatori proattivi del sapere condiviso, generatori di benessere sociale, laboratori in cui si riconoscono, si mappano, si liberano e si ri-usano i contenuti in pubblico dominio e si può creare nuova conoscenza.
Grazie Oriana! E per chi volesse partecipare all’evento del 13 aprile a Torino, l’accesso è gratuito ma è obbligatorio registrarsi qui. Per maggiori informazioni sull’evento, si veda la pagina relativa su Wikipedia.
Nell’immagine: Un’opera di Berthe Morisot, una delle donne enciclopediche su cui si lavorerà nel corso dell’editathon, pubblico dominio, via Wikimedia Commons