Le calamità naturali (terremoti, eruzioni vulcaniche, dissesto idrogeologico) producono effetti devastanti mettendo in luce tutte le vulnerabilità dei territori e, in particolare, dei centri abitati.
Nella gestione di tali emergenze, il supporto delle tecnologie (GIS e telerilevamento in primis) e delle infrastrutture geospaziali dei vari enti preposti è cruciale.
Tuttavia, molto spesso per ragioni burocratiche, economiche o banalmente organizzative risulta complicato reperire in tempi brevi dati geografici aggiornati sulle zone colpite.
Non esiste infatti – se non sporadicamente a livello locale – una banca dati geografica che contenga tutte le informazioni utili in tutte le fasi ed aspetti del post evento.
Inoltre, anche fosse disponibile, i disastri naturali ridisegnano in pochi minuti o ore il territorio.
OpenStreetMap, con i suoi processi di mappatura collaborativa, si è dimostrato uno strumento di lavoro in grado di colmare i gap informativi sui dati geografici in caso di calamità naturale.
Innanzitutto, la comunità OSM – grazie al lavoro volontario degli utenti-mappatori – ha dimostrato di sapersi attivare con grande rapidità fornendo dati dettagliati in tempi brevi.
Per agevolare tale operazione, la ONG HOT – Humanitarian OpenStreetMap Team ha sviluppato un applicativo ad hoc, il Tasking Manager, che permette di coordinare e monitorare le evoluzioni del lavoro di mappatura in casi di emergenze.
Inoltre, OSM è in grado di raccogliere in modo omogeneo un numero consistente di dati in un’unica interfaccia di accesso. Tali informazioni possono poi essere ri-utilizzate da chiunque molto facilmente anche attraverso applicazioni come OsmAnd, che permette di visualizzare e navigare le mappe OSM anche in assenza di connessione o OpenRouteService, che consente di creare percorsi adeguati a diverse tipologie di mezzi, anche camion o veicoli di soccorso.
Infine, il processo di raccolta dati su OSM è molto semplice e intuitivo e può essere realizzato anche da mappatori non esperti con uno smartphone o addirittura su carta, grazie al tool FieldPapers.
Dopo la prima esperienza con il terremoto di Haiti nel 2010, OpenStreetMap ha iniziato ad essere utilizzato in modo crescente nella gestione delle fasi successive ad una catastrofe naturale.
Il caso più recente nel nostro Paese è connesso al sisma che ha colpito il Centro Italia: nell’estate del 2016, 160 utenti da tutto il mondo hanno collaborato a realizzare ed aggiornare in tempo reale una mappatura delle aree terremotate.
Tale attività ha visto una collaborazione con la piattaforma europea Copernicus EMS che ha messo a disposizione immagini satellitari e aeree e ha potuto effettuare in tempi brevi una valutazione dei danni a edifici e infrastrutture prodotti dal sisma.
La mappatura OSM è stata anche utilizzata da Vigili del Fuoco e Protezione Civile nelle operazioni di soccorso, poiché era l’unica che riportasse in modo accurato le posizioni degli insediamenti dei soccorritori e degli sfollati e le interruzioni della viabilità visibili dalle foto satellitari o note a mezzo stampa.
La comunità OpenStreetMap ha infine fornito dati utili ai promotori del progetto non profit TerremotoincentroItalia, nato dall’iniziativa di volontari con l’obiettivo di condividere informazioni utili e verificate sugli eventi sismici.
Delle potenzialità legate all’utilizzo di OpenStreetMap per scopi di Protezione Civile e di valutazione del rischio si parlerà nella mattinata di venerdì 10 febbraio a Genova nell’ambito di OSMit 2017, la conferenza annuale della comunità OpenStreetMap.
Per maggiori informazioni si veda il sito web ufficiale dell’iniziativa.