Mentre a livello europeo e internazionale molte idee e pratiche relative all’Open Access sono diventate delle consuetudini per istituzioni e addetti ai lavori, la discussione su questo argomento è ancora aperta in Italia. Tuttavia, negli ultimi mesi stiamo assistendo ad una acquisizione della consapevolezza dei suoi vantaggi da parte degli operatori del settore culturale. Di recente è arrivato anche il rinnovato sostegno della delibera della Corte dei Conti, che con la Deliberazione 20 ottobre 2023, n. 76/2023/G ha sottolineato come l’Open Access sia un “moltiplicatore di ricchezza”, a cui tutti dovrebbero aspirare, per il bene comune.
Open Access. Cosa si intende?
Partiamo dai valori che sono alla base del movimento Open Glam ricordando la definizione di Open Access e le licenze compatibili a livello internazionale. Secondo la Dichiarazione di Budapest, 2002 “per accesso aperto si intende la disponibilità pubblica e gratuita in Internet, e la possibilità per ogni utente di leggere, scaricare, copiare, diffondere, stampare, cercare, o linkare al testo completo degli articoli, di analizzarli e indicizzarli, di trasferirne i dati in un software, o usarli per ogni altro utilizzo legale, senza ulteriori barriere (legali, tecniche o finanziarie) se non quelle relative all’accesso a Internet”. La definizione offerta da Open Knowledge conferma che “La conoscenza è aperta quando chiunque ha libertà di accesso, uso, modifica e condivisione ad essa – avendo al massimo come limite misure che ne preservino la provenienza e l’apertura” (c.d.Open definition). Gli strumenti Creative Commons compatibili sono: PDM Public Domain Mark e le licenze CC BY SA, CC BY, CC0. Non sono compatibili, invece, con l’Open Access le clausole NC (non commerciale) e ND (non opere derivate).
La Corte dei Conti torna a sostenere l’Open Access
Negli ultimi mesi la discussione e la pubblicazione di articoli è stata eccezionale. Anche le associazioni AIB, ANAI, ICOM Italia si sono più volte espresse a favore e hanno richiesto dei tavoli di lavoro per sbloccare le problematicità che il settore culturale e quello della ricerca stanno riscontrando. Ma l’aspetto più rilevante è stata la posizione della Corte dei Conti che, nella nuova delibera del 20 ottobre 2023, n. 76/2023/G ribadisce il suo sostegno all’Open Access:
> Come confermato dai giudici contabili, l’Open Access “ha da tempo dimostrato di essere un potente moltiplicatore di ricchezza, non solo per le stesse istituzioni culturali (si vedano le ben note best practices nazionali ed internazionali), ma anche in termini di incremento del PIL ed è quindi considerato un asset strategico per lo sviluppo sociale, culturale ed economico dei Paesi membri dell’Unione”.
> Le linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali si colloca in aperta controtendenza alle istanze già rassegnate dalla Corte stessa nel suo precedente intervento, incidendo negativamente sulle attività di studio e di ricerca, sulla valorizzazione del patrimonio culturale italiano, nonché rispetto ad una più ampia circolazione della conoscenza.
Vedi: La Corte dei Conti torna a sostenere l’Open Access
Cosa servirebbe ora
Sarebbe auspicabile che il Ministero della cultura fornisca delle indicazioni molto chiare per gli Istituti culturali che risolvano i dubbi e le complessità riscontrate e che siano coerenti con le indicazioni della Corte dei Conti. Da un punto di vista operativo, il Ministero della cultura potrebbe fornire una lista ristretta di immagini iconiche da non rilasciare in Open Access, mentre per tutte le altre immagini in pubblico dominio concedere il rilascio in Open Access per favorire la circolazione e l’accessibilità e il riuso delle riproduzioni di immagini. Permettendo così la possibilità di politiche concrete di partecipazione attiva in ambiente web. Tale opzione sarebbe inoltre utile al Ministero della cultura per testare i risultati derivanti dalla circolazione libera dell’immagine digitale del bene culturale in pubblico. Tale posizione sarebbe, almeno in parte, in linea con quanto stabilito dalla Direttiva 20197790/EU in materia di diritto d’autore nel mercato unico digitale e in particolare, con l’art. 14 che introduce una norma a tutela del pubblico dominio, del tutto disattesa sinora.
100 domande su Open Access e Diritto d’autore
Il gruppo di lavoro Digital Cultural Heritage (DCH) ICOM Italia ha realizzato un manuale Open Access. 100 domande e risposte per musei, archivi e biblioteche. Diritto d’autore, copyright e licenze aperte per la cultura nel web, pubblicato con licenza CC BY SA e quindi condiviso liberamente con chiunque voglia avvalersi di un utile strumento per districarsi nell’ambito della complessa disciplina del diritto d’autore in ambiente web.
Deborah De Angelis
Avvocato esperta in diritto d’autore internazionale, diritto dello spettacolo e dei beni culturali, e diritto delle nuove tecnologie. È lead del Capitolo italiano di Creative Commons. Nel 2019, è stata consulente legale in materia di diritto d’autore per il Ministro dei Beni Culturali. E’ fellow del NEXA Center for the Internet & Society e componente del gruppo di lavoro Digital Cultural Heritage, ICOM Italia. E’ delegata regionale per l’Italia per il progetto sul diritto alla ricerca nel campo del diritto d’autore internazionale del gruppo PIJIP dell’American University, Washington College of Law e del programma KR21 (Knowledge Rights 21) in materia di accesso alla cultura, all’istruzione e alla ricerca. E’ Consigliere di ALAI, Italia e componente del Copyright Community Steering Group di Europeana.
Sarah Dominique Orlandi
Specialista di comunicazione culturale in ambiente web. Ha realizzato progetti per il Museo MAXXI di Roma, il Museo Nazionale Etrusco di Roma, Museo Civico di Modena e molti altri. Unisce il suo lavoro di consulente ad un’intensa attività di formazione e ricerca. Dal 2015 ha fondato e coordina il gruppo di ricerca Digital Cultural Heritage di ICOM Italia che, in convenzione con il MiBAC, ha realizzato un sondaggio nazionale su musei e ambiente web, e nel 2019 un manuale sulla Web Strategy museale; nel 2022 le Faq Open Access. 100 domande e risposte per musei, archivi e biblioteche. Diritto d’autore, copyright e licenze aperte per la cultura nel web. Partecipa regolarmente a convegni nazionali ed internazionali. È docente e formatrice per Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, Maxxi Museo, Università Cattolica di Milano, ICOM Italia, Fondazione Fitzcarraldo, IBC Bologna, Accademia alla Scala.
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Immagine: Sokrat z učencem in Diotimo, di Franc Kavčič, Pubblico Dominio, da Wikimedia Commons