Da quando è nata, quasi 20 anni fa, Wikimedia Italia opera per diffondere e preservare il patrimonio culturale italiano. Dal 2021 questo impegno si è trasformato in un bando rivolto agli enti culturali, che mette a disposizione risorse tecniche ed economiche per sostenerli nella libera condivisione delle loro collezioni online su Wikipedia e i progetti Wikimedia.
L’edizione 2024 del bando MAB di Wikimedia Italia ci ha regalato testimonianze di valore, di cui vi raccontiamo in questo articolo. Iniziamo il nostro viaggio da Genova, per passare poi a Brindisi fino ad arrivare a Pisa.
“Questo genere di attività ha un impatto anche sul turismo; la maggior parte dei visitatori, infatti, ormai cerca informazioni in internet: grazie a questo progetto ora le pagine di Wikipedia del museo contengono testi di qualità, attendibili e con informazioni inedite relative ad alcuni restauri recenti.” Martina Panizzutt e Elisa Occella, Musei di Strada Nuova di Genova
L’Italia ha un ricchissimo patrimonio artistico e culturale, e detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità: tra questi, il sistema dei palazzi dei Rolli, nel centro storico di Genova, di cui fanno parte i Musei di Strada Nuova.
Grazie alla partecipazione al bando MAB di Wikimedia Italia questi musei hanno potuto aprire le proprie porte a un pubblico sconfinato, condividendo sui siti Wikimedia immagini di parte del loro patrimonio e creando nuove voci su Wikipedia, per gli studiosi e gli amanti della cultura di tutto il mondo. Le opere d’arte ospitate dal museo hanno un valore culturale inestimabile e non sono da meno i palazzi stessi e gli allestimenti delle collezioni. Su Wikimedia Commons è possibile vedere le immagini di questi tesori.
“Chiunque deve poter accedere al patrimonio culturale e studiarlo. Se il patrimonio non è fruibile, la biblioteca perde il suo scopo di essere pubblica. I progetti Wikimedia permettono di rendere accessibile a tutti la cultura, nessun ente da solo può avere la stessa capacità di diffusione di Wikipedia.” Katiuscia Di Rocco, Direttrice Biblioteca Arcivescovile Annibale De Leo
In piazza Duomo, a Brindisi, ha sede la prima biblioteca pubblica fondata nel Salento: è la Biblioteca Arcivescovile Annibale De Leo, che custodisce codici pergamenacei miniati e incunaboli dall’inestimabile valore scientifico.
Katiuscia Di Rocco è la direttrice della biblioteca da ventidue anni e ha sempre creduto con forza nel valore dell’accessibilità, anche (e soprattutto) a documenti rari e di pregio come i fondi conservati dalla Biblioteca: per fare un esempio, due dei codici presenti a Brindisi non esistono né alla British Library né alla biblioteca Vaticana!
Il lavoro di digitalizzazione e condivisione fatto fin qui grazie al bando di Wikimedia Italia è di grande rilievo e la buona notizia è che la biblioteca non si è più fermata. Ispirati da questa esperienza, i funzionari stanno continuando a digitalizzare e condividere il loro patrimonio, scegliendo di partire da alcuni fondi particolari, come le “cinquecentine”, i libri più antichi dopo gli incunaboli; un fondo di lettere d’amore francesi, che grazie a questo lavoro verranno tradotte e pubblicate in italiano; più di 300 pergamene custodite dalla Biblioteca, tra cui una di Federico II e una risalente all’anno 1000.
“Il fatto di rendere disponibili con licenza Creative Commons i modelli 3D dei reperti museali è un passo in avanti relativamente all’accessibilità e alla fruibilità delle collezioni.” Elena Bonaccorsi, Direttrice del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa
Spesso quando si parla di musei e gallerie si pensa alle arti, ma la ricchezza culturale dell’Italia si estende ben oltre questo ambito e include anche le collezioni storiche di natura scientifica. In questi casi, condividere sulle piattaforme Wikimedia le collezioni significa non solo rendere la cultura più accessibile per un pubblico generico, ma anche contribuire ai processi di open science, mettendo a disposizione di studenti e ricercatori dati e materiali che altrimenti rimarrebbero a disposizione di pochi.
Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa conserva un patrimonio di grande rilievo storico e scientifico che abbraccia 6 secoli di storia. Oggi il museo custodisce oltre un milione di esemplari di cui circa 23.000 reperti relativi alla zoologia dei vertebrati, in gran parte non esposti al pubblico. Nel 2022 il Museo ha cominciato un progetto di digitalizzazione delle collezioni, con la creazione di modelli 3D relativi a cetacei attuali e fossili: l’adesione al bando MAB di Wikimedia Italia è stata una naturale prosecuzione di questo processo. Grazie alla condivisione su Wikipedia con licenza libera, le immagini del museo hanno raggiunto in poco tempo un pubblico vastissimo: si contano oltre un milione di visualizzazioni ogni mese.
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