La Stanford Encyclopedia of Philosophy e Wikipedia

Concorso a cattedra 2016 e Wikipedia
5 Aprile 2016
Assemblea, bibliotecari, cinque per mille: Wikimedia news n. 121
20 Aprile 2016
Show all

La Stanford Encyclopedia of Philosophy e Wikipedia

Qualche giorno fa su Repubblica è stato pubblicato un interessante articolo di Simone Cosimi che ha parlato della SEP, la Stanford Encyclopedia of Philosophy che raccoglie circa 1500 articoli sui vari campi della filosofia ed è disponibile on line. L’articolo è interessante non solo perché presenta al grande pubblico una risorsa davvero valida – negli ultimi mesi mi è più volte capitato di consultarla per alcuni temi legati alla filosofia della matematica – ma anche perché cita la propria fonte, un articolo di Quartz del settembre scorso. Oltre a raccontare la storia della SEP, che è nata vent’anni fa all’interno della Stanford University, il suo modello viene confrontato in termini di completezza, affidabilità e aggiornamento non solo con Wikipedia ma anche con altri strumenti di diffusione della conoscenza, partendo dai libri e arrivando a sistemi a domanda e risposta come Quora e StackExchange. Inutile rimarcare come nel testo la SEP vinca a man bassa.

Il punto è che non ha un grande senso confrontare modelli così diversi. Tralasciamo il problema del copyright – la SEP non permette il riuso del suo testo altrove ma solo la copia privata – perché dal punto di vista di chi cerca informazioni la cosa è irrilevante. Per il resto, è ovvio che il prodotto stanfordiano sia molto più affidabile rispetto a Wikipedia, che affidabile non è per nulla se non per appoggiarsi su altre fonti affidabili. Sulla completezza delle singole voci siamo tutti d’accordo che Wikipedia ha ancora molta strada da fare: il modello della SEP, con una voce scritta da un accademico e rivista da un comitato editoriale ristretto (che poi è come è sempre stata la Treccani) fa sì che le sue voci siano quasi automaticamente dei piccoli saggi autocontenuti, e se non lo fossero c’è chi fa le pulci.

Quello che però si tende a dimenticare è che un modello di questo tipo non è scalabile né applicabile a tutto lo scibile umano. In un campo accademico relativamente ristretto come la filosofia possiamo pensare che i professori dedichino gratuitamente parte del proprio tempo a scrivere una voce in un luogo autorevole, visto che ci possono anche mettere la firma; Wikipedia però nasce per contenere tutto il possibile, e non credo proprio che nessuno avrà mai interesse a preparare la Fujiyama Enciclopedy of Pokémon… In definitiva ben vengano tanti progetti come la SEP: speriamo che anche in Italia ci siano università così lungimiranti da preparare simili enciclopedie, meglio ancora se con una licenza libera!

Panoramica privacy

Questo sito web utilizza dei cookies, anche di terze parti, e altre tecnologie di profilazione. Se prosegui la navigazione manifesti il tuo consenso all'uso dei cookies e delle altre tecnologie di profilazione impiegate dal sito. informativa sui cookie