Il professor Angelo Raffaele Meo ha pubblicato in questi giorni una lettera aperta indirizzata al governo, per richiamare l’attenzione sull’importanza del software libero e del suo sostegno in Italia anche nel quadro del Recovery Plan, il piano di aiuti economici europei anche noto come PNRR. In particolare la lettera si concentra sul ruolo del software libero nello sviluppo economico di un Paese, nella protezione dei dati e nel garantire l’informatica e l’educazione aperte.
Angelo Raffaele Meo è un pioniere dell’informatica in Italia, professore emerito del Politecnico di Torino ed ex presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino; da sempre si batte per il software libero e ha ricoperto anche ruoli tecnici e istituzionali legati a questo tema.
La lettera comincia richiamando il concetto di sovranità digitale e tracciando un paragone con altri paesi europei:
In Europa, Francia e Germania stanno affermando da mesi e con estrema chiarezza che la propria sovranità digitale non possa essere messa in discussione dalla dipendenza dalle Big Tech, che orientando i comportamenti e le scelte commerciali dei cittadini europei, guadagnano centinaia di miliardi di euro ogni anno. Questa grave ingerenza che rischia di svuotare di significato le procedure democratiche nel nostro Paese, si è radicata stabilmente nella nostra economia, pesando sulla nostra bilancia commerciale e sottraendo non solo enormi investimenti ma cervelli brillanti, costretti a emigrare a causa di tale concorrenza sleale.
Uno spazio importante è riservato alla situazione delle scuole e alla “acquisizione di servizi di posta elettronica, messaggistica, videoconferenza, didattica a distanza, didattica digitale integrata e registro elettronico”:
La grande maggioranza delle scuole si mostra in difficoltà nel rendere ragione delle attività svolte al fine di acquisire i servizi in questione. (…)
Il progetto “Scuola 4.0” offre a tutti gli istituti nazionali un’occasione unica che solo alcuni dirigenti scolastici stanno cogliendo e che possiamo riassumere con questo messaggio: l’innovazione di questo secolo sarà sempre più basata sullo sviluppo di nuovi strumenti costruiti sulle conoscenze scientifiche e tecnologiche collettive ed a questo dobbiamo puntare creando reti di scopo tra istituzioni scolastiche facendo investimenti dedicati in software libero come raccomanda la Commissione Europea agli stati membri.
Meo spiega che l’adozione di software sviluppati da aziende straniere, per di più esterne all’Unione Europea, genera rischi che riguardano la protezione dei dati, ma anche degli investimenti programmati.
Per queste ragioni è importante che tutte le attività succitate e finanziate con i fondi del PNRR, siano condotte esclusivamente tramite software libero che garantisce trasparenza nei trattamenti e indipendenza da ogni singola azienda, producendo continua innovazione da cui tragga giovamento l‘intera economia.
Mentre negli altri paesi Europei si assumono posizioni sempre più rigorose, in Italia, se non si agisce immediatamente per aiutare le scuole e i Dirigenti Scolastici, corriamo il concreto rischio di sprecare un’opportunità irripetibile e consegneremmo i dati di studenti e docenti a imprese che hanno come modello d’affari la profilazione degli utenti e che sono tenute, per legge, a partecipare ad attività di sorveglianza di massa in spregio ai diritti fondamentali dei nostri concittadini.
La lettera aperta è pubblicata sul sito di Associazione per il Software Libero e può essere sottoscritta da chiunque voglia sostenere la causa.
Immagine: Angelo Raffaele Meo, di MarcoAlici, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons