Il 15 ottobre il Museo di Chimica dell’Università di Genova ha presentato online i risultati del progetto sviluppato grazie al bando Dieci piccoli musei, promosso nel 2020 da Wikimedia Italia per sostenere piccole realtà museali su tutto il territorio nazionale.
Gestite dal Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’ateneo con la collaborazione dell’Associazione Didattica Museale (ADM), le attività finanziate dal bando hanno potuto mettere insieme studenti di ogni ordine scolastico, uniti dalla passione o dalla curiosità per la chimica. Guidati dal wikimediano esperto Francisco Ardini, studenti delle scuole medie e tirocinanti del corso di laurea in Chimica e Tecnologie Chimiche hanno lavorato sui progetti Wikimedia per condividere online foto, testi e altri materiali del Museo della Chimica, a beneficio di tutti. Anche degli studenti delle scuole superiori, coinvolti nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, hanno potuto dare il loro contributo.
L’idea del progetto nasce dall’Associazione Didattica Museale – racconta Francisco Ardini – che gestisce le attività scolastiche e le visite all’interno del Museo di Chimica. La divulgazione è la cosiddetta “terza missione” dell’università e volevamo un progetto che, nel corso della pandemia, con scuole e musei chiusi, coinvolgesse studenti di ogni età.
Pensavano fosse un’ottima opportunità per valorizzare il patrimonio storico e scientifico del museo, che conserva reperti di laboratorio risalenti anche al XIX secolo, tra cui apparecchiature utilizzate da Stanislao Cannizzaro. I docenti del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale hanno risposto con entusiasmo a questa proposta, viste anche recenti iniziative didattiche che hanno portato alla creazione di wikibook nell’ambito dei tirocini del terzo anno della laurea triennale in Chimica e Tecnologie Chimiche.
I risultati sono tanti e utili: le classiche foto su Wikimedia Commons, ma anche Wikibooks e itinerari turistici alternativi.
I libri di chimica collaborativi
La scuola secondaria di primo grado Tommaso Grossi di Milano ha lavorato sulla produzione di un libro di chimica dedicato ai colori, da condividere su Wikibooks. Un altro filone indagato (in questo caso dai ragazzi delle scuole superiori) è stato quello della chimica intorno a noi, con un libro dedicato ad applicazioni della vita di tutti i giorni come il computer e il frigorifero e ad esperimenti e scoperte militari come il tubo di Crookes, i gas nobili, la fotografia e il dagherrotipo. A un livello più specialistico, studentesse al terzo anno della laurea triennale in Chimica e Tecnologie Chimiche si sono cimentate in libri sui coloranti sintetici e (in fase di preparazione) sulle terre rare.
Tutti i risultati sono raccolti nella pagina dedicata al progetto su Wikipedia.
In gita con Wikivoyage
Altri studenti delle scuole superiori hanno provato ad immaginare degli itinerari per gite scolastiche o viaggi di piacere, sulle tracce di importanti scienziati del passato.
L’itinerario dedicato a Georg de Hevesy, premio Nobel per la chimica e padre della medicina nucleare, porta dunque a Budapest, Friburgo e Manchester, tra le varie tappe. Quello dedicato alle terre rare parte invece dalle cave svedesi, per portare a Parigi, Ginevra e Vienna, dove vennero isolati diversi di questi elementi. Infine, si possono anche visitare in treno Svezia, Danimarca, Germania e Lettonia, sulle tracce dello scienziato svedese Svante Arrhenius.
Non solo Wikipedia e Commons
L’aspetto del progetto di cui sono soddisfatto – racconta Francisco Ardini – è sicuramente il fatto che siamo riusciti a coinvolgere persone di età e formazione molto diverse, come studenti delle medie, delle scuole superiori e universitari, oltre ad un’associazione didattica e un museo universitario. Anche l’utilizzo di diversi progetti “fratelli”, normalmente meno utilizzati rispetto a Wikipedia, ha dimostrato la loro utilità per questo tipo di iniziative. Inoltre, veder crescere nei ragazzi la consapevolezza dell’importanza della ricerca delle fonti e del loro corretto utilizzo, anche per loro stessa ammissione alla fine dell’esperienza, è stato estremamente gratificante sia come ricercatore scientifico che come wikimediano.
Non nego il mio timore nel poter seguire in maniera opportuna tutti i lavori in corso. L’entusiasmo di ADM (e in particolare di Ester Rosa, dottoranda in biologia e membro dell’associazione che ha seguito in prima persona tutto il progetto) e una buona pianificazione hanno però permesso di poter seguire tutte queste attività, seppur con una notevole dose di impegno, e di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Nella foto: Praseodymium, neodymium and thallium salts 04, di DragoSabry / Museo di Chimica, Università di Genova, CC BY SA, via Wikimedia Commons.