Edit in sequence è un nuovo strumento sviluppato per Wikisource, che, partendo da un’idea italiana, nel giro di poco tempo è stato reso disponibile in tutto il mondo. Dopo infatti essere stato sviluppato con il sostegno del bando volontari 2022 di Wikimedia Italia, Edit in Sequence è già stato messo alla prova su Wikisource in italiano, arabo e punjabi, per testarne il funzionamento con diverse direzioni di scrittura e caratteri e ora è disponibile in versione beta per tutte le edizioni di Wikisource.
Che cos’è Wikisource
Wikisource è una biblioteca libera di libri digitalizzati in maniera collaborativa dai volontari. Raccoglie opere in lingue diverse, entrate nel pubblico dominio o che sono pubblicate con licenze compatibili ai progetti Wikimedia, in modo che possano fungere da fonte per Wikipedia, ma anche per la consultazione e lo studio fuori dai progetti Wikimedia. Su Wikisource non ci sono solo le pagine dei volumi scansionate, ma anche le trascrizioni fedeli dei testi, riportate con cura dai volontari e revisionate da tutta la comunità. I libri pubblicati su Wikisource si possono quindi scaricare gratuitamente e leggere come un e-book o semplicemente sullo schermo del computer.
Cosa permette di fare Edit in sequence
Lo strumento Edit in sequence facilita il lavoro ai volontari che si occupano della trascrizione e integrano l’OCR (riconoscimento ottico dei caratteri) delle pagine scansionate, permettendo in particolare di risparmiare sulla banda della connessione e sui tempi di caricamento delle immagini.
Lo sviluppo del nuovo strumento è stato proposto dall’utente Ruthven a nome dello Wikisource Community User Group, e realizzato da Sohom Datta sulla base del vecchio script sviluppato da Alex Brollo per Wikisource in italiano e coinvolgendo diversi volontari del movimento Wikimedia e membri dello staff di Wikimedia Foundation, tra cui Sam Wilson.
Cosa succede ora
Edit in sequenc è ora disponibile in Beta su tutti i progetti Wikisource, ma l’obiettivo è di renderlo disponibile a tutti di default:
“Gli sviluppatori e Community Tech – spiega Ruthven – si occuperanno di raccogliere i feedback degli utenti, di correggere bug e integrare nuove funzionalità. Quando la fase Beta sarà terminata, ossia quando si riterrà che lo strumento funzioni a dovere, Edit in sequence sarà disponibile a tutti di default. Probabilmente ci vorrà una decisione comunitaria per questo passaggio, ma l’accoglienza riservata finora, l’attività di Sohom Datta e l’entusiasmo delle varie comunità promette un rapido sviluppo del tool”.
In questo momento il contributo degli altri volontari è più che mai necessario, spiega sempre Ruthven:
“Tutti possono attivarlo come funzionalità Beta in Wikisource, utilizzarlo, metterlo alla prova e segnalare ogni problema o semplicemente quali miglioramenti si vorrebbero integrare nello strumento. Le segnalazioni si possono fare su Phabricator oppure scrivendo al Bar di Wikisource in italiano, sullo spazio per le domande tecniche o anche su Mediawiki.
Immagine: Buiobuione – greenland – disko bay – iceberg 3, di Buiobuione, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons