Donne su Venere è un’iniziativa che si svolge nel mese di marzo 2025 che ha come scopo la scrittura e il miglioramento di biografie di donne a cui è intitolato un cratere di Venere. La nomenclatura del pianeta è regolata dall’Unione Astronomica Internazionale. Ai crateri di Venere con diametro maggiore di 20 km sono assegnati nomi di donne famose, mentre quelli di diametro minore portano nomi propri femminili nelle diverse culture. L’obiettivo è quello di redigere le voci mancanti e migliorare quelle esistenti, per completare il più possibile su Wikipedia i profili delle donne rilevanti nella storia, nella cultura, nelle arti e nell’industria.
Maggiori informazioni sono reperibili sulla pagina dell’iniziativa.
Da dove nasce “donne su Venere”?
Donne su Venere, organizzata da alcuni wikipediani, è l’evoluzione delle analoghe Donne maggiori di venti (2023) e Donne maggiori di diciassette (2024). I numeri in questione si riferiscono al fatto che i nominativi femminili fossero presenti in più di altri 20 o 17 progetti Wikimedia, senza avere una propria biografia sull’enciclopedia libera in italiano. Alle iniziative hanno partecipato attivamente molti contributori, creando 130 voci nel 2023 e 172 nel 2024.
Inoltre, se dovessero terminare i nominativi disponibili in riferimento ai crateri, Wikipedia fornisce delle liste in cui sono riportate le donne elencate in diverse enciclopedie e dizionari biografici che al momento non hanno una voce propria sulla Wikipedia in italiano.
Per qualsiasi chiarimento, esiste un’apposita pagina di discussione in cui è possibile confrontarsi e ricevere il supporto di altri contributori.
Immagini:
Frida Kahlo, by Guillermo Kahlo 3 di SteveR2, Pubblico Dominio, da Wikimedia Commons
George Charles Beresford – Virginia Woolf in 1902 – Restoration di Adam Cuerden, Pubblico Dominio, da Wikimedia Commons
Emily Dickinson daguerreotype (Restored) di Yllosubmarine, Pubblico Dominio, da Wikimedia Commons
Charlotte Mary Yonge di Waggers, Pubblico Dominio, da Wikimedia Commons
Venus Blender 1 di Wikideas1, CC0 1.0, da Wikimedia Commons