In queste settimane complesse per tutte le scuole italiane, in cui è stato necessario organizzare rapidamente attività didattiche a distanza, vogliamo dare spazio ad alcune piccole esperienze positive realizzate utilizzando i progetti Wikimedia e OpenStreetMap da classi già coinvolte in percorsi formativi condotti dai nostri volontari e formatori. Questa settimana abbiamo raggiunto al telefono Sandro Doro, docente di informatica presso il Liceo Morin di Mestre, che in queste settimane ha lavorato insieme alle sue classi utilizzando OSM.
Ciao Sandro, come è nato il tuo interesse verso OpenStreetMap e l’idea di lavorare con le tue classi sulla “Wikipedia delle mappe”?
Ho incontrato OSM in tempi abbastanza recenti, partecipando a uno degli incontri di mappatura che si sono svolti a Padova e che hanno portato alla stesura del primo Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) cittadino. Mi sono incuriosito e fin da subito ho sentito il desiderio di approfondire la mia conoscenza, così ho cercato corsi di formazione nella mia regione, il Veneto. Fortunatamente ho scoperto che a fine gennaio 2020 sarebbe partito a Verona il corso di formazione su OpenStreetMap per docenti riconosciuto dal MIUR e promosso da Wikimedia Italia: mi sono immediatamente iscritto, utilizzando il credito della mia Carta del Docente.
Appena ho cominciato il modulo ho deciso di “fare una scommessa” con me stesso e con le mie classi e ho iniziato subito a lavorare su OpenStreetMap con gli studenti (una terza e due quarte Liceo – indirizzo Scienze Applicate – per un totale di circa 70 alunni) in un percorso di formazione paritaria: in sostanza mentre io apprendevo al corso come utilizzare la piattaforma a scuola, anche loro imparavano e testavano lo strumento insieme a me.
E poi, cos’è successo?
Mentre insieme muovevamo i nostri primi passi, dalla registrazione sulla piattaforma al lancio di alcune semplici ricerche di dati (query) su OSM attraverso Overpass Turbo è arrivata l’emergenza coronavirus, con la conseguente chiusura delle scuole.
E così, abbiamo proseguito la nostra attività a distanza: io ho seguito l’ultimo incontro del mio corso di formazione su Jitsi e al contempo ho portato avanti il lavoro con i miei studenti, che si è a questo punto concentrato sulla creazione con uMap di mappe della città (NdR: Mestre e Venezia) con informazioni utili per i cittadini per fare fronte all’emergenza coronavirus. Abbiamo ad esempio mappato le consegne a domicilio attive, le attività commerciali aperte e così via.
Come hanno reagito i ragazzi a questa nuova attività? E dal tuo punto di vista, com’è andata?
I miei studenti hanno una buona preparazione sul fronte della programmazione (sono abituati a lavorare con Python e altri linguaggi) e hanno fin da subito reagito bene, con risultati migliori per chi già mostrava una maggiore predisposizione verso l’utilizzo delle piattaforme informatiche.
Un’attività che mi ha permesso di coinvolgere particolarmente la classe è stata quella di revisione paritaria: ho chiesto a ciascun ragazzo di ricontrollare il lavoro di un compagno e sulla base dei risultati di questa attività costruito una percentuale del voto finale.
Imparare insieme, in modo collaborativo, ha stimolato l’interesse dei ragazzi e li ha resi più “responsabili”.
Per me, come docente, lavorare con OSM è servito a calare l’attività dei miei ragazzi nella realtà (un vero e proprio compito autentico, se ci si pensa!) e questo è accaduto in particolare con la mappatura per l’emergenza coronavirus. Inoltre, lavorare sulla “Wikipedia delle mappe” mi ha permesso di trasmettere ai miei studenti il concetto di cittadinanza attiva, in una veste diversa da quella a cui sono abituati: prendersi cura del proprio territorio non è solamente ripulire il giardinetto o la panchina, esiste anche una “cittadinanza attiva digitale”, che si sostanzia nel curare la mappa online del proprio quartiere.
Consiglieresti ad altri docenti di utilizzare OpenStreetMap in classe?
Sicuramente sì. Al giorno d’oggi le mappe sono ovunque e fanno parte della nostra realtà, ma spesso non arrivano in classe e nei libri di testo: questo, a mio avviso, è assurdo.
I nostri ragazzi devono sapere come si legge e come si costruisce una mappa e poter distinguere tra piattaforme open e piattaforme proprietarie. Questa conoscenza gli sarà utile non solo per leggere il mondo che li circonda, ma anche per il loro futuro professionale: uno strumento come OSM può essere utilizzato ad esempio come base per lo sviluppo di app e altri servizi, che probabilmente saranno sempre più richiesti negli anni a venire.
Grazie della tua testimonianza Sandro!
Nell’immagine: Estratto della mappa realizzata su uMap dagli studenti del Liceo Morin a Mestre, via OpenStreetMap, licenza ODbl