In queste settimane complesse per tutte le scuole italiane, in cui è stato necessario organizzare rapidamente attività didattiche a distanza, vogliamo dare spazio ad alcune piccole esperienze positive realizzate utilizzando i progetti Wikimedia e OpenStreetMap da classi già coinvolte in percorsi formativi condotti dai nostri volontari e formatori.
L’”avventura” degli studenti delle classi dell’indirizzo Informatico dell’IIS Avogadro di Torino e del loro docente di informatica, il Prof. Alfonso Carlone, è iniziata nel 2018 con un percorso di alternanza scuola-lavoro condotto dal nostro socio Marco Brancolini, che ha fatto scoprire ai ragazzi e al loro insegnante l’universo di OpenStreetMap, la Wikipedia delle mappe.
L’attività ha avuto un successo tale nelle classi che è andata avanti in questi tre anni e prosegue anche in queste settimane, nonostante la chiusura delle scuole. Ne abbiamo parlato con Marco al telefono.
Ciao Marco, ci racconti quali attività state portando avanti in questi giorni e quali strumenti state utilizzando?
L’attività dei sedici studenti della classe 5A INF dell’IIS Avogadro è proseguita senza battute d’arresto in questi giorni: d’altro canto, il Prof. Carlone già tre anni fa quando l’ho conosciuto abituava gli studenti a proseguire i lavori di gruppo anche fuori dagli orari scolastici utilizzando strumenti telematici.
Utilizzando app di messaggistica, strumenti open per le videochiamate come Jitsi o piattaforme per la gestione collaborativa di progetti come Trello o Github i ragazzi stanno portando avanti la loro attività, che quest’anno si concentra su un’area della Guinea-Bissau
Guinea Bissau? Dicci di più!
Il progetto di questo anno è realizzato in collaborazione con l’associazione piemontese Abala Lite onlus, che sviluppa progetti di volontariato e cooperazione nei Paesi in via di sviluppo.
In particolare, l’associazione sta attualmente operando nella zona di N’Tchangue in Guinea-Bissau per realizzare diverse infrastrutture per la comunità.
Attraverso OpenStreetMap e utilizzando il Tasking Manager, la piattaforma per la mappatura da remoto sviluppata da HOT, i ragazzi della 5A hanno registrato sulla “Wikipedia delle mappe” strade, edifici, campi e altri elementi rilevanti dei villaggi.
Ora i ragazzi stanno completando un’applicazione software – una vera e propria Gestione Anagrafe – che sarà poi utilizzata dalla comunità locale. L’applicazione si integra con OpenStreetMap e collega gli abitanti dei villaggi alle specifiche abitazioni mappate e alle moranças di appartenenza (i gruppi di case dove abitano i clan familiari).
Favoloso! Ultima domanda: quali elementi, a tuo parere, possono incoraggiare i docenti a promuovere progetti didattici basati su OpenStreetMap?
OpenStreetMap e l’universo delle mappe libere sono molto interessanti per i docenti perché consentono di far conoscere e sperimentare agli studenti una vasta gamma di applicazioni e strumenti informatici differenti tra loro, ma al contempo piuttosto semplici da utilizzare.
Inoltre, come i progetti Wikimedia, OpenStreetMap è una mappa libera ma anche una comunità di persone che lavorano insieme per alimentare un grande progetto collettivo: entrando in contatto con OSM gli studenti imparano a collaborare, a confrontarsi con gli altri e a impiegare il proprio tempo in modo volontario per il bene comune.
Infine, attraverso l’attività sulla mappa libera, i ragazzi imparano a conoscere meglio la propria città e il territorio che li circonda o addirittura – grazie a progetti come quello del Liceo Avogadro – entrano in contatto con i bisogni di comunità remote e imparano a supportarle insieme alle ONG che operano sul campo.
Quest’ultimo aspetto è molto importante, perché consente di educare le nuove generazioni al dialogo e indirizza i ragazzi verso una cittadinanza consapevole e attiva.
Grazie per la tua testimonianza Marco, e buon lavoro!
Nell’immagine: Salvatore Merola dell’associazione piemontese Abala Lite insieme ad alcuni bambini di N’Tchangue, Guinea-Bissau. Di mbranco2, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons