OpenStreetMap è una database libero e modificabile da chiunque, che raccoglie dati geospaziali. Si presenta come una mappa, ma non serve solo a calcolare percorsi. Per rendere più chiaro il suo funzionamento, molto spesso viene definito come “la Wikipedia delle mappe”: nel senso che OpenStreetMap è uno spazio online accessibile a tutti, in cui chiunque può trovare, aggiungere e condividere informazioni. Mentre su Wikipedia si scrivono voci, su OpenStreetMap si creano mappe digitali, ma – come su Wikipedia – tutto quello che ci si trova è disponibile per essere scaricato e riutilizzato liberamente, per qualsiasi scopo, a patto di dichiarare la fonte.
L’aspetto collaborativo di OpenStreetMap non dipende solo dal fatto che le persone possono contribuire autonomamente alla mappatura, ma anche dal fatto che le imprese e le istituzioni (governi, istituti di ricerca, università, musei) possono aggiungere dati geospaziali al database, arrichendolo e offrendo questi dati alla verifica degli utenti. Allo stesso tempo queste realtà possono utilizzare il database per sviluppare mappe utili ai propri fini.
Come si mappa su OpenStreetMap
In massima sintesi, una volta registrati, gli utenti di OpenStreetMap collaborano da ogni parte del mondo per riportare su una mappa digitale e interattiva quello che esiste nella realtà. Per farlo possono usare varie tecniche: mappatura sul campo, da remoto, applicazioni del telefono, ma soprattutto immagini satellitari che vengono “ricalcate” con linee (per indicare strade, fiumi, percorsi ciclabili), aree (per delimitare edifici, campi, scuole, aree industriali) e punti di interesse.
Il livello di dettaglio di OpenStreetMap è tutt’altro che rudimentale. I volontari, utilizzando spesso anche meccanismi di sfida o dandosi degli obiettivi molto concreti, aggiungono dati anche molto dettagliati sul numero di piani degli edifici, sulla presenza di marciapiedi, di rampe per disabili, o sulla natura dei servizi offerti in un certo luogo, ma anche curve di livello, numeri civici, bagni pubblici o singoli alberi.
Gli strumenti legati a OSM
Cosa si può fare con i dati geospaziali
Essendo fatta da volontari, la mappa di un’area dipende molto dagli interessi della comunità che ci vive o che ne elaborano la rappresentazione. Allo stesso modo può essere usato per gli scopi più vari. I dati di OpenStreetMap sono visualizzati in diverse tipologie di mappa: classica, con percorsi ciclistici in evidenza, con i trasporti pubblici o pensata per scopi umanitari. Ognuno però può scaricare i dati presenti e creare la propria mappa, ma anche delle infografiche, degli studi scientifici o ogni tipo di lavoro che preveda l’uso di dati geografici.
Solo in Italia, per fare degli esempi, OpenStreetMap è utlizzato dai servizi del numero di emergenza unico europeo (NUE) della regione Piemonte per coordinare le ambulanze, da agenzie come AMAT di Milano per aggiungere informazioni sui percorsi pedonali, oppure è stato utilizzato per uno studio sulla rappresentazione delle donne nella toponomastica.
In caso di emergenze, l’Humanitarian OpenStreetMap Team coordina il lavoro di volontari di tutto il mondo per produrre e aggiornate mappe utilizzabili dai soccorritori in aree colpite da catastrofi, guerre o epidemie.
Proprio per questi usi molto diversi tra loro e allo stesso modo utili si capisce perché è importante che i dati geografici siano aperti e disponibili a tutti: per permettere a chiunque di produrre nuova conoscenza e servizi, a beneficio di tutti.
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Immagine: ISS-43 Honolulu, Hawaii, di NASA/Scott Kelly, Public domain, da Wikimedia Commons