Lorenzo Perone (@lorenzo_perone), autore di questo post, è socio di Wikimedia Italia e coordinatore regionale per l’Emilia-Romagna di OpenStreetMap. Nel tempo libero è attivista digitale impegnato sui temi dell’advocacy e dell’innovazione in particolare attraverso l’informazione geografica.
Con questo post vorrei raccontare di una serie di eventi, accaduti a Bologna, la cui successione ha portato al raggiungimento di due significativi obiettivi:
- la pubblicazione di un tile server, cioè di un servizio web, che permette di utilizzare immagini aeree ad altissima risoluzione come sfondo di una mappa, con lo scopo di favorire la mappatura in OpenStreetMap del territorio del Comune di Bologna;
- il rilascio, da parte di una pubblica amministrazione, del primo servizio basato su dati rilasciati con licenza CC-BY 4.0, con una specifica estensione per Openstreetmap.
Credo sia importante riassumere le tappe che hanno portato a questi risultati, con l’idea che lo stesso circolo virtuoso si possa riproporre in altre città.
Il 6 novembre 2017, il Comune di Bologna, ha organizzato un incontro con l’obiettivo di co-progettare un mapathon per registrare su OpenStreetMap le rastrelliere per biciclette del centro storico.
All’incontro hanno partecipato diverse associazioni tra cui Wikimedia Italia – in qualità di capitolo nazionale per l’Italia di OpenStreetMap Foundation – Salvaciclisti, onData, alcuni mappatori Openstreetmap e tecnici del Comune.
I diversi attori presenti, oltre a ragionare sull’iniziativa, si sono interrogati su come utilizzare l’occasione del mapathon per avviare azioni di mappatura collaborativa (crowdmapping) e promuovere occasioni di scambio tra il Comune e le associazioni volte a favorire il riutilizzo in OpenStreetMap dei dataset geografici già pubblicati come open data dalla Pubblica Amministrazione.
Durante l’incontro si è discusso anche della difficoltà iniziale che incontrano le persone che si avvicinano per la prima volta alla mappatura in OpenStreetMap. Per questo si è cercato di capire come rendere facile, e possibilmente divertente, l’attività di mappatura per persone senza specifica esperienza.
Si è pensato di ricorrere alla mappatura su carta tramite Field Papers; in più, è stato creato appositamente un form per smartphone per il rilievo delle rastrelliere. La realizzazione di questo strumento, collaborativa anch’essa, è descritta in questa pagina GitHub.
A febbraio 2018, dopo una serie di test in campo con Field Papers, si è svolto il mapathon. L’esperienza, estremamente positiva, è raccontata in questo post mentre i dati raccolti sono stati pubblicati in una mappa.
Dal successo dell’iniziativa è nata l’idea di richiedere al Comune di Bologna di pubblicare foto aeree ad alta risoluzione con un tile server pubblicamente utilizzabile. Grazie a questo servizio, è possibile correggere facilmente la posizione degli elementi rilevati tramite smartphone, affetti di un fisiologico errore di alcuni metri.
Nel giro di poche settimane, il Comune ha pubblicato sul suo sito web il tile server corredato dalla licenza d’uso sviluppata con il supporto del CIRSFID dell’Università di Bologna.
La nuova mappa fa apprezzare l’utilità della foto ad alta risoluzione e permette di localizzare molti elementi di arredo urbano con grande precisione. Le foto aeree sono disponibili come sfondo predefinito, nell’area di Bologna, anche negli editor per Openstreetmap più diffusi, ID. e JOSM.
Ad oggi, gli inserimenti in Openstreetmap che hanno utilizzato le ortofoto del Comune di Bologna sono oltre 130: ciò conferma che quando vengono rilasciati dei dati utili per la comunità, generano valore sia per la comunità e per l’amministrazione che li ha rilasciati.
L’esperienza di condivisione tra le comunità locali, le associazioni ed il Comune di Bologna, è appena all’inizio, ma promette grandi cose per il futuro.
Collaborazioni di questo tipo richiedono, a mio parere, tempi non brevi per consentire alle amministrazioni, soprattutto a quelle di grandi dimensioni come il Comune di Bologna, di metabolizzare i nuovi processi in cui i cittadini sono proattivi collaboratori.
D’altronde perché i cittadini siano stimolati a partecipare e ad essere propositivi, la pubblica amministrazione deve al contempo essere in grado di dare un riscontro alle proposte, fornire suggerimenti e ovviamente anche rispondere alle critiche.
Una delle proposte nate dal mapathon è stata quella di segnalare attraverso OpenStreetMap le rastrelliere da riparare al servizio manutenzioni del Comune, che dovrebbe poi prendersi carico della segnalazione e modificare in OpenStreetMap lo stato della rastrelliera da “rotta” a “riparata” una volta compiuto l’intervento.
La proposta è sembrata accettabile, vediamo che succederà 🙂
Nota:
Questo è l’addendum alla licenza alla licenza CC BY 4.0, pubblicato dal Comune di Bologna, che permette di superare il problema di compatibilità in ingresso dei dati pubblicati con licenza CC BY 4.0, in Openstreetmap.
E’ utile ricordare che questa licenza viene raccomandata da AgID alle pubbliche amministrazione la pubblicazione di Open Data.
- In caso di riuso del dataset “Ortofoto Bologna” da parte di OpenStreetMap, l’attribuzione da parte di OpenStreetMap e dei suoi utenti attraverso http://wiki.openstreetmap.org/wiki/Contributors è sufficiente a soddisfare l’obbligo di attribuzione in favore del Comune di Bologna in “maniera ragionevole” in applicazione dell’articolo 3(a)(1) della licenza CC BY 4.0.
- In caso di riuso del dataset “Ortofoto Bologna” da parte di OpenStreetMap, il Comune di Bologna rinuncia in favore di OpenStreetMap e dei suoi utenti a quanto stabilito dall’articolo 2(a)(5)(B) della licenza CC BY 4.0 con la consapevolezza che Open Database License 1.0 richiede accesso aperto o distribuzione parallela di dati OpenStreetMap.
Nell’immagine: Mapathon a Bologna per registrare su OSM le rastrelliere per biciclette. Di Lorenzo Perone, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons