Dal 28 al 30 luglio il Politecnico di Milano ospiterà State of the Map 2018, il raduno mondiale della comunità OpenStreetMap. La tre giorni sarà ricca di interventi di mappatori, ricercatori e aziende che racconteranno ai partecipanti come utilizzano la mappa libera e quali opportunità individuano nella piattaforma.
Abbiamo intervistato Selene Yang, membro dello user group di mappatrici al femminile Geochicas, a cui abbiamo chiesto qualche anticipazione sull’intervento che si terrà sabato 28 luglio alle 14:00 in Sala De Donato (NB: la sessione sarà condotta da Céline Jacquin, un altro membro delle Geochicas).
Selene, raccontaci chi sono e come sono nate le Geochicas.
Le Geochicas sono un gruppo di utenti OpenStreetMap donne che, dopo aver lavorato insieme a un’attività di mappatura focalizzata sul tema della diversità per State of the Map Latinoamerica 2016, hanno deciso di creare un user group.
Inizialmente, il gruppo era formato solamente da donne latino-americane: ora le Geochicas sono 128 in totale e provengono da 14 Paesi diversi, tra cui Spagna, Albania e Italia.
L’attività delle Geochicas si concentra prevalentemente sulla raccolta di dati geografici aperti per rappresentare sotto forma di mappe i bisogni o la condizione delle donne oggi; il gruppo di utenti è inoltre impegnato attivamente per superare il divario di genere su OpenStreetMap e far sì che le donne abbiano importanza e voce all’interno della comunità.
Lo user group organizza corsi di formazione e attività rivolte a coinvolgere più utenti OSM donne. Inoltre, lavora a stretto contatto con lo Humanitarian OpenStreetMap Team per affrontare le questioni “di genere” in seguito a crisi umanitarie o emergenze ambientali. Ad esempio, HOT ha recentemente sostenuto un progetto delle Geochicas volto a mappare i rifugi autocostruiti e le possibili connessioni con violenze di genere nella regione di Oaxaca (Messico) dopo il terremoto del 2017.
Perché pensi esista un divario tra utenti uomini e donne su OpenStreetMap e, più in generale, sui progetti Wikimedia? Perché è così importante colmare questo divario? Come è possibile farlo?
Il gender gap in tutte le comunità legate a progetti tecnologici o informatici, come OpenStreetMap, è il risultato di un retroterra culturale secondo cui le donne non sono “abbastanza brave” nelle materie scientifiche e non hanno un cervello logico come gli uomini: questo pregiudizio è anche alla base della scarsa partecipazione delle donne alle cosiddette discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
Secondo i risultati del sondaggio sul gender gap che abbiamo condotto nella comunità OpenStreetMap in lingua spagnola e inglese – che presenteremo a Milano a State of the Map – gran parte degli utenti è consapevole del divario di genere che caratterizza la comunità, tuttavia sono pochi quelli che credono sia necessario dotarsi di un Codice di Condotta o porre le basi per avere più utenti donne. Questi risultati dicono molto sulla percezione e la sensibilità degli utenti – specialmente uomini – al tema del divario di genere. Serve creare consapevolezza, educare ed è quello che noi Geochicas stiamo cercando di fare.
Parlaci di uno dei vostri progetti più recenti
In occasione del contest #mapmadness18 lanciato da Mapbox, abbiamo lanciato il progetto #lasCallesDeLasMujeres (Le strade delle donne) per evidenziare come la diseguaglianza di genere cominci dai nomi delle strade delle nostre città e arrivi fino alle voci Wikipedia. In particolare, abbiamo cercato di rendere visibile in una mappa la differenza di genere nei nomi delle strade di alcune città spagnole e latinoamericane e l’assenza di tantissime voci Wikipedia dedicate a donne enciclopediche.
Che cosa avete in mente per il futuro?
Stiamo innanzitutto cercando di creare nuovi legami e rafforzare quelli esistenti con network e user group impegnati nelle nostre stesse battaglie: incoraggiare le donne a studiare e a intraprendere una carriera nelle discipline STEM, a prendere parte alle comunità online come OpenStreetMap, abilitare le donne a ricoprire posizioni di leadership.
Inoltre, stiamo lavorando molto sulla formazione per essere in grado di utilizzare al meglio le piattaforme e gli strumenti di mappatura collaborativa, ma anche per educare altre donne al loro utilizzo.
Grazie Selene; Geochicas, ci vediamo a State of the Map!
Nell’immagine: Selene Yang per State of the Map 2018. Grafica di Francesca Ussani (WMIT), CC BY-SA 4.0